Dalle bombe alle mani
Harold Eugene “Doc” Edgerton, attraverso la stroboscopia, procurava un effetto impressionante alle esplosioni nucleari.
Il Manhattan Engineer District (1942-46), dedicato allo studio della prima bomba atomica, era interessato a queste sperimentazioni fotografiche.
Con la Atomic Energy Commission, fondata nel 1947, l’interesse tra Governo e la società di Edgerton, EG&G, è continuato.
La fotocamera rapatronica, sviluppata da Edgerton, era in grado di riprendere con un tempo di esposizione pari a 10 miliardesimi di secondo.
Tra le “fotografie atomiche” di Doc, abbiamo questa, scattata, nel corso dell’Operazione Tumbler-Snapper, al Nevada Test Site, nel 1952.
Il diametro della palla infuocata è approssimativamente 20 metri.
La temperatura della superficie è pari a 20.000° Celsius.
Siamo a un millisecondo dopo la deflagrazione.
Sotto abbiamo una fotografia storica del laboratorio di Accademia.

umanità boschiva
La matrice tecnologica di ripresa è quella “edgertoniana” della bomba. Solo che nella nostra rappresentazione abbiamo mani boschive e corpi arborei.
Una natura bruciata da corpi luminosi.
Rispondi