Foursquare mania
A tutti gli effetti è un social network, ma più di tutti marca il passo evolutivo verso la fruizione mobile. La geolocalizzazione, infatti, non è solo un’ostentazione per la bacheca di Facebook o per un Tweet, ma è una vera e propria interazione con lo spazio circostante, in una commistione di reale e virtuale che supera le vecchie divisioni del web 1.0.
Il GPS di un dispositivo cellulare circoscrive lo spazio in cui ci si trova e consente il passaggio immediato dalla realtà al venue, cioè allo spazio social-web di riferimento.
Per chi, come noi, pone una fortissima attenzione al mondo specifrico dei nuovi linguaggi, Foursquare è una miniera di nuove possibilità. Da un lato perché si presta ad innovative meccaniche di in store promotion (molte aziende già sfruttano il check-in attraverso cellulare come mezzo per far recapitare all’utente promozioni di cui beneficiare real-time).
Dall’altro perché apre nuovi spazi creativi per il posizionamento di un brand, consentento di rimappare luoghi reali attraverso la fantasia della loro descrizione virtuale. Perché consente di passare dal pragmatismo del POP al vissuto emotivo del brand, costruito attraverso la modernità del crowdsourcing.
Il pionierismo di remap Berlin (vedi post precedente) può diventare un modello per remap-branding?
Basta parole. Ora comnciamo a provarlo, per capire come ci potrà essere utile nelle strategie che andremo a produrre durante l’anno.
Ah, dimenticavo… mentre lo provate, passate da noi per un tip!
This entry was posted on settembre 27, 2010 at 08:51 and is filed under Notizie da Accademia, Uno sguardo attorno with tags crowdsourcing, foursquare, geolocalizzazione, gps, social network. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.
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