Re-news Berlin
Il destino di chi, come il nostro docente Manray (aka Marco Cadioli), sfida algoritmi e soprattutto brand come Google (vi ricordate di Remap Berlin?) è la notorietà.
In particolare desta interesse e soddisfazione l’attenzione che Il Sole 24 Ore ha riservato all’evento culturale del FotoGrafia Festival di Roma e, nello specifico, al lavoro di Manray: nell’articolo in questione si evidenzia come il rapporto fra vero e falso sovverta il concetto di fotografia come documento.
In particolare, l’azione di Remap Berlin non è sulla fotografia in sé, ma sugli effetti che essa produce nella rete.
Questo significa che per Fotografia non si intende semplicemente l’opera, ma anche l’atto di osservare l’opera da parte dello spettatore. Andando oltre, si intende non solo l’interazione con ogni singolo spettatore, ma con la struttura percettiva globale, di cui contesti come Google Earth sono l’odierna identificazione.
Fotografo non è solo chi scatta. Né soltanto chi ritocca, per via analogica o digitale, la fotografia.
Fotografo è anche chi ritocca la comprensione del documento. Se di documento, in senso stretto, è ancora lecito parlare.
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